alla scoperta dei sapori tradizionali

la dieta mediterranea

13.03.2009 12:05

 MARE NOSTRUM

Prendendo in prestito dalla biologia il concetto di patrimonio genetico, si può dire che, nel Cilento, se la cultura ne avesse uno allignerebbe nelle antichissime tradizioni contadine. Sub regione montuosa della Campania, la terra cilentana si protende come una penisola tra i golfi di Salerno e di Policastro, nella zona meridionale della regione. A renderla una delle zone più interessanti e affascinanti del mediterraneo non è soltanto la storia greca, che la vede protagonista di numerosi miti, quanto la sua posizione geografica. La natura l’ha premiata, donandole “mare e monti”, elementi che le permettono di vantare numerosi privilegi conosciuti ovunque. L’agricoltura, la pastorizia e la pesca sono le attività che maggiormente hanno trovato sbocco, e di conseguenza tutti i prodotti che ne derivano costituiscono da sempre le abitudini alimentari del posto. Il grano, l’ulivo e la vite sono i tre elementi che l’hanno resa nota in tutto il mondo, meglio conosciuti perché su di loro su fondano le basi della dieta mediterranea. Sembrerà strano, ma è proprio oltre oceano, al di là del mar mediterraneo negli Stati Uniti che nasce, per la prima volta il concetto di “dieta mediterranea”. “Eat well and stay well, the mediterranean way”, mangiare bene per sentirsi bene, fu con questa rivoluzionaria pubblicazione che lo scienziato americano Ancel Keys aprì un dibattito su come una determinata alimentazione potesse condizionare la biologia umana. Ad incantare lo scienziato Keys non fu soltanto il notare una bassissima incidenza di malattie coronarie presso gli abitanti del Cilento, nonostante la loro dieta fosse ricca di olio d’oliva, ma la meravigliosa vita che essi conducevano. La semplicità e la longevità hanno affascinato lo studioso, tanto da convincerlo a passare gli ultimi 40 anni della sua vita in un piccolissimo paese del comune di Pollica, Pioppi, località da lui battezzata Minnelea, un omaggio a Minneapolis, sua città di origine, e alla vicina polis magnogreca di Elea, nel Cilento, sua terra di adozione. Il Cis Alentum, meglio conosciuto come Cilento, sembra non soltanto essere la zona al di qua dell’Alento, quanto un prezioso connubio di vita e natura. Ancel Keys riuscì attraverso i suoi studi a rintracciare, ma soprattutto a scoprire l’importanza di alcune colture e la loro influenza sulla salute umana. Fu in seguito a questa osservazione che lo scienziato americano intorno agli anni ’50 condusse la famosa ricerca “Seven Countries Study”, confrontando i regimi alimentari di 12.000 persone, di età compresa tra i 40 e 59 anni, provenienti da sette Paesi diversi (Giappone, Olanda, Finlandia, Stati Uniti, Jugoslavia, Grecia e Italia). Ne risultò che la mortalità per cardiopatia ischemica, infarto, è molto più bassa presso le popolazioni del mediterraneo rispetto a Paesi Nordici, quali la Finlandia, caratterizzata da una dieta è ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte e suoi derivati, carni rosse, ecc...). I risultati rivoluzionarono gli scienziati del tempo, ma soprattutto le convinzioni che fino ad allora avevano accompagnato l’universo medico. A migliore riprova delle sue teorie lo scienziato morì a Pioppi all’età di 100 anni. Nel 2004 Keys è stato insignito della medaglia al merito alla salute pubblica dello stato Italiano, ma ancora nel 2009 non riusciamo a vedere realizzata la traduzione in italiano del testo che ha reso il Cilento e l’Italia, non soltanto famosi in tutto il mondo ma genitrici di un futuro bene dell’Unesco, la dieta mediterranea. 

 

 Lia Pesticcio

 

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